Ambienti confinati: la nota dell’INL

 

La certificazione del contratto per ambienti confinati è obbligatoria quando si verificano determinate condizioni specifiche secondo la normativa vigente.

Tali condizioni possono variare a seconda delle leggi locali e dei regolamenti specifici, tuttavia di seguito sono elencate alcune situazioni in cui generalmente è richiesta la certificazione del contratto per ambienti confinati:

1. Lavoro in spazi ristretti: Se i lavoratori devono accedere a spazi ristretti, come serbatoi, pozzi, tunnel o condotte, è spesso richiesta la certificazione del contratto per garantire che l’ambiente sia sicuro per l’ingresso e che siano state implementate le procedure appropriate per la prevenzione di rischi.

2. Gas tossici o sostanze pericolose: Se l’ambiente confinato contiene gas tossici, sostanze pericolose o potenziali pericoli chimici, la certificazione del contratto può essere richiesta per garantire che siano state adottate le misure di sicurezza necessarie e che siano state fornite le attrezzature di protezione individuale adeguate.

3. Impianti industriali: Nei contesti industriali, come nelle fabbriche o piattaforme offshore, potrebbe essere obbligatoria la certificazione del contratto per gli ambienti confinati come parte delle misure di sicurezza generali.

4. Lavoro in altezza: Se si lavora in ambienti confinati posti ad una certa altezza, come nelle torri o gru, potrebbe essere richiesta la certificazione del contratto per garantire che siano state adottate le precauzioni necessarie per prevenire cadute o altri rischi legati all’altezza.

Il T.U. in materia di ambienti  confinati

L’Ispettorato nazionale del lavoro è intervenuto con la nota 694/2024 per affrontare alcune problematiche legate all’applicazione delle disposizioni del Testo Unico sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (TU) e delle relative normative di attuazione riguardanti l’attività lavorativa svolta in ambienti confinati o sospetti di inquinamento, in particolare sugli articoli:

  • articolo 61 del TU: si occupa della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori negli ambienti confinati, ovvero spazi chiusi e non progettati per essere occupati.

Queste aree presentano rischi specifici per la salute e la sicurezza dei lavoratori, come la scarsa ventilazione, l’accumulo di sostanze inquinanti o la presenza di gas tossici

  • articolo 121 del TU : riguarda le norme di attuazione del Testo Unico in materia di attività lavorativa svolta in ambienti sospetti di inquinamento. Questi sono ambienti in cui vi è il sospetto (o la certezza) della presenza di sostanze tossiche o inquinanti che possono mettere a rischio la salute dei lavoratori.

La qualificazione

Ai fini della qualificazione, l’art. 27 del TU   richiede :

“………….. determinati standard contrattuali e organizzativi nell’impiego della manodopera, anche in relazione agli appalti e alle tipologie di lavoro flessibile, certificati ai sensi del titolo VIII, capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni”.

L’allegato IV, punto 3, del TU descrive ulteriori misure di prevenzione e protezione da adottare in caso di attività lavorativa svolta in ambienti confinati o sospetti di inquinamento. Questo punto specifico dell’allegato fornisce ulteriori dettagli e raccomandazioni per garantire la sicurezza dei lavoratori in queste circostanze.

Il DPR n. 177 del 14 settembre 2011, intitolato “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati”, stabilisce che per ottenere la qualificazione richiesta per operare in tali ambienti, le imprese devono soddisfare determinati requisiti, tra cui l’impiego di personale assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Inoltre, il regolamento consente l’impiego di personale assunto anche con altre tipologie contrattuali o di appalto, a condizione che, in quest’ultimo caso, i relativi contratti vengano preventivamente certificati.

Questo significa che, se le imprese intendono utilizzare personale assunto tramite contratti di lavoro diversi da quelli a tempo indeterminato, devono ottenere una certificazione preventiva per tali contratti.

Queste disposizioni sono volte a garantire che le imprese e i lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati possiedano un personale adeguatamente qualificato e garantiscano al contempo la stabilità dell’impiego per i dipendenti.

La nota dell’INL

In relazione a ciò la nota specifica che l’obbligo di certificazione dei contratti di lavoro si applica solo se l’impresa utilizza personale con tipologie contrattuali diverse dal contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Tuttavia, nel caso in cui il personale venga impiegato in base a un contratto di appalto, l’obbligo di certificazione si applica solo ai contratti di lavoro del personale utilizzato dall’appaltatore e non al contratto di appalto stesso.