Vaccinazione anti-Covid negli ambienti di lavoro

La vaccinazione anti-Covid, atta a fronteggiare la pandemia, pur proseguendo in maniera più o meno spedita, lascia alcune perplessità per la parte produttiva del Paese.

Vaccinazione: come cambiare rotta

I decenni passati hanno azzerato quasi totalmente la struttura sanitaria territoriale, indebolendo il Servizio Sanitario Pubblico.

Un cambiamento di rotta in questo senso sarebbe senza dubbio una scelta oculata e , dal punto di vista operativo, sicuramente più provvida.

I due Protocolli

Assodato che la vaccinazione è uno strumento utile per combattere la pandemia nella popolazione generale, affrontiamo la delicata problematica della sua attuazione nei luoghi di lavoro. Un riferimento utile sono i due Protocolli specifici, entrambi del 6 aprile 2021.

Il Protocollo per il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro

Si riferisce alla  prosecuzione delle attività lavorative passando in rassegna le misure emergenziali da adottare:

  • informazione;
  • modalità di ingresso in azienda e di accesso dei fornitori esterni;
  • precauzioni di igiene personale;
  • dispositivi di protezione individuale;
  • gestione degli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e/o snack, organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e lavoro agile e da remoto, rimodulazione dei livelli produttivi);
  • gestione di entrata e di uscita dei dipendenti;
  • spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione;
  • gestione di una persona sintomatica in azienda;
  • sorveglianza sanitaria / medico competente / RLS;
  • aggiornamento del protocollo di regolamentazione.

Le misure tecniche, organizzative e procedurali, hanno la priorità in ambienti controllati da regole rispetto ad ambienti cosiddetti sociali. A monte delle  misure c’è, sempre la  Valutazione del Rischio, da aggiornare e  integrare con gli aspetti inerenti il Sars-Covid-2.

Il secondo protocollo

Si focalizza sulla  realizzazione di piani aziendali per l’attivazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro.  Alle prime somministrazioni, il vaccino era Raccomandato, ma non Obbligatorio negli ambienti di lavoro: una specie di ulteriore tutela non tanto per il lavoratore, quanto per i suoi rapporti con l’esterno all’ambiente lavorativo (parenti, amici, congiunti etc.)

Responsabilità del Datore di lavoro era organizzare le “misure tecniche, organizzative e procedurali”, e mettere a disposizione i DPI atti a eliminare, ridurre e contenere il rischio di contagio.

Al Datore di lavoro non è consentito imporre un  “Trattamento Sanitario Obbligatorio”.

Vaccinazione: Piccole imprese e grandi imprese

vaccinazione

Se per le grandi imprese è possibile farsi carico di questo carico, non lo è altrettanto per le piccole imprese.

Per potere effettuare la vaccinazione in azienda i locali a ciò adibiti devono avere requisiti sanitari particolari come :

  • ambienti sterili,
  • idonee sale di attesa per la vaccinazione
  • sale per fermarsi subito dopo per verificare eventuali effetti collaterali

Il ruolo del Medico Competente

L’attuazione dei piani vaccinali, deve prevedere la  collaborazione tra Medico Competente, Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione e Rappresentanti Lavoratori Sicurezza.

Bisogna cercare di favorire l’adesione dei lavoratori alla adozione di tutte le misure di tutela contro questo rischio.

In azienda si adotteranno: dispositivi di protezione individuale più tutelanti a seconda del livello di rischio valutato (soltanto ad es. non mascherine chirurgiche ma FFP2 e visiere, uso di guanti e frequente disinfezione delle mani) e adozione di misure tecniche organizzative procedurali idonee.

Il Medico Competente è un libero professionista che agisce da “consulente” del Datore di lavoro, e con esso collabora (insieme alle altre figure professionali), per cui non può farsi carico di responsabilità e oneri da solo.

Le sue responsabilità in merito alla Sorveglianza sanitari sono:

  • visite periodiche
  • visite a richiesta
  • preventive
  • comunicazioni su fragilità sanitarie.

Questo significa che il Medico Competente può essere coadiuvante  nella campagna vaccinale, ma non sempre è buona politica affidare a lui il compito per intero, bensì valutarne esperienza e conoscenze nel settore specifico.

Se i lavoratori rifiutano il vaccino

vaccinazioneE se i lavoratori rifiutano di sottoporsi a vaccinazione?

non essendoci alcun obbligo, le uniche misure che il Medico competente, in accordo con RSPP, RRLLS e Datore di Lavoro può adottare sono:

  • Visite più ravvicinate nel tempo,
  • tamponi ravvicinati
  • allontanamento temporaneo