Il mobility manager ha il compito, sia nelle imprese che negli enti pubblici, di elaborare e trasmettere entro il 31 dicembre di ogni anno il Piano degli Spostamenti Casa – Lavoro (PSCL).
A lui è demandato il coordinamento del mobility manager d’area, per l’ottimizzazione degli spostamenti nelle città per limitare l’inquinamento atmosferico.
Mobility manager: obblighi normativi
Già il Decreto Ministeriale 27/3/1998, aveva prescritto l’obbligo di questa figura professionale per le imprese di rilevanti dimensioni. Era obbligatorio che esso fosse presente in ogni unità locali con almeno 300 dipendenti o con complessivamente almeno 800 dipendenti.
L’obbligo si riferiva ad aziende dislocate in determinate aree geografiche ad alto inquinamento atmosferico.
Con il Decreto Rilancio (Articolo 229 comma 4 Decreto Legge 34/2020) l’obbligo di nomina è stato esteso a tutte le imprese e le amministrazioni pubbliche.
Ogni singola unità locale con almeno 100 dipendenti che siano dislocate in:
- Capoluoghi di Regione;
- Città metropolitane;
- Capoluoghi di Provincia;
- Comuni con almeno 50.000 abitanti.
Il Decreto Ministeriale 12/5/2021 ha disposto:
- i compiti e le caratteristiche del mobility manager;
- la pubblicazione, entro il 25/8/2021, di linee guida per la redazione del PSCL;
- che la prima adozione del PSCL dovrà avvenire entro il 23/11/2021.
Contributi alle imprese
Tra i suoi compiti quello di interfacciarsi con il cosiddetto “mobility manager d’area”, nominato dal Comune, che deve definire politiche di mobilità sostenibile e coordinare le attività dei mobility manager aziendali e degli enti pubblici.
Con il Decreto Legge “Sostegni – bis” (articolo 51 comma 7 Decreto Legge 73/2021) è previsto un contributo per le imprese che, dopo la nomina della figura professionale, provvedano alla redazione del piano per la mobilità dei propri dipendenti entro il 31/8/2021. I contributi sono destinati a finanziare iniziative di mobilità sostenibile.
- car-pooling
- car-sharing
- bike-pooling
- bike-sharing
Coerentemente con i piani degli spostamenti casa – lavoro.
Il nuovo obbligo potrebbe avere concorrenza con lo sviluppo delle politiche di welfare in azienda.
Il mobility manager potrebbe collaborare con l’HR manager, in modo tale che le sinergie aziendali vadano tutte nella direzione dell’attenzione del welfare al tema della mobilità. I giovamenti sarebbero, ovviamente non solo l’ambiente esterno, ma anche per il benessere dei dipendenti stessi.